moretta

martedì 19 novembre 2013

Moda infantile tra Cinquecento e Seicento



La maggiore documentazione di cui disponiamo riguardo il modo di vestire dei bambini tra Cinquecento e Seicento riguarda ovviamente i rampolli delle classi agiate, degli aristocratici. Al tempo il bambino non era considerato come un essere con una sua precisa connotazione psicologica, un essere quindi in grado di pensare, esprimere una propria sensibilità ma come colui che doveva testimoniare lo status sociale della famiglia di appartenenza quindi l'abito non era fatto tenendo conto delle sue esigenze ma per mostrare la ricchezza e il potere. 
Appena nato il bambino veniva affidato alla balia per la prima pulizia con acqua poi aveva inizio la fasciatura di tutto il corpo poichè si credeva che tale operazione avrebbe preservato le membra da distorsioni e malformazioni.  Le fasce di solito erano di due tipi: una interna di tela leggera che fermava le braccia lungo il corpo e attorno a questa se ne avvolgeva un'altra più pesante. Per i primi mesi era questo l'unico vestito del neonato, in seguito si liberavano le braccia mentre la parte sottostante del corpo rimaneva ancora fasciata. Preziosissimi i tessuti, spesso ricamati con fili d'oro, soprattutto durante i battesimi poichè era la prima occasione pubblica nel quale veniva presentato l'erede della casata, a maggior ragione se era il primogenito maschio. 
A partire dalla seconda metà del Cinquecento comincia, sia per i maschi che per le femmine, l'uso dell'"ungherina", una veste intera completamente abbottonata sul davanti con bottoni o alamari in passamaneria, in genere senza maniche (sotto si faceva indossare al bambino camice con tessuti e a volte colori diversi) ma con alette alle spalle, stretta in vita da una cintura; la sottana era larga, a campana e lunga fino ai piedi. Essa veniva indossata a partire dal primo anno di vita e smessa dopo i 4 anni. Aveva la particolarità di presentare sul dietro due bande di tessuto (dette "dande") che servivano alla balia per sorreggere il bambino nei primi passi e che in seguito diventavano elementi di decoro.
Compiuti i 5 anni i bambini venivano vestiti come piccoli adulti e secondo la funzione che avrebbe avuto nel futuro: se per esempio il loro destino era quello di entrare in convento allora li si vestiva col saio o con l'abito monacale; se sarebbero diventati cavalieri di Malta sul loro abito fin da subito compariva la croce. Alle bambine venivano fatti indossare i busti confezionati con osso di balena e sopra un abito con la gonna tenuta rigida dalla "faldiglia. Perchè rappresentassero il loro rango non mancavano sulle sete  e i broccati le applicazioni di pizzi, merletti, bottoni in oro e pietre preziose, ricami e gioielli.

1 commento:

  1. Hai fatto un ottimo excursus, Serenella! La costrizione dei busti e dei vestiti corrisponde in pieno alla costrizione pedagogica e morale cui questi 'poveri' rampolli erano sottoposti... Mi fa sempre impressione vedere i ritratti pre-rousseauiani di bambini: sono deformazioni di adulti, davvero agghiaccianti...

    RispondiElimina