moretta

lunedì 14 gennaio 2013

La moda alla corte granducale





Gli inventari e i documenti d’archivio ci testimoniano l’esistenza di numerosissime gioie e oggetti preziosi (stoffe, ricami, pizzi, avori) appartenuti alla famiglia dei Medici, che governò su Firenze e la Toscana per tre secoli. Molti di essi sono andati persi e i pochi conservati fanno restare a bocca aperta. È dall’osservazione dei ritratti dei Granduchi, delle loro mogli, dei figli, dei nobili che gravitavano attorno alla corte, che possiamo avere l’idea della bellezza dei monili e degli arredi che purtroppo non esistono più, simboli di potere, di ricchezza ma anche di semplice e squisita civetteria. Di questo sfoggio di oggetti ricercati e preziosi ne abbiamo esempio in un quadro famosissimo conservato agli Uffizzi di Firenze. Nel 1550 Agnolo Bronzino, ritrattista ufficiale della famiglia Medici, ritraeva Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I Granduca di Toscana, e il sesto dei loro otto figli, Giovanni. Dodici anni dopo madre e figlio morirono a cinque giorni di distanza l’uno dall’altra, lei di tubercolosi, lui di febbre malarica. Eleonora era spagnola, figlia del viceré di Napoli, Cosimo la conobbe nel 1535 e la sposò quattro anni dopo. Donna intelligente e ricca di carattere non era però molto simpatica ai fiorentini. Sembra che amò molto più del marito i gioielli, i vestiti, i giochi e le scommesse. Scommetteva un po’ su tutto, persino sulle nascite dei suoi bambini e voleva sempre vincere. Prediligeva tessuti preziosi, filati con oro e argento, o trapuntati di gioie. La sua passione era tale che decise di impiantare a palazzo un piccolo laboratorio specializzato nella tessitura di queste stoffe la cui lavorazione poteva così controllare di persona. Era lei che si occupava del guardaroba di famiglia, scegliendo personalmente le stoffe e avendo diretto contatto coi sarti. Il Bronzino la ritrasse più volte, sempre elegantissima e fiera della sua avvenenza, non curante di mostrarsi vanitosa e perfettamente cosciente del ruolo che rivestiva a corte. In questa tela Eleonora indossa una splendida “camora”, veste a maniche lunghe con spallini imbottiti e grande scollo quadrato impreziosito da una rete di fili d’oro e perle e bordato da una passamaneria, sempre in oro, che si ripete su tutta la lunghezza delle maniche. Il corpetto è rigido e la gonna è ampia in velluto operato a sfondo bianco, con disegni in nero e oro. Assai belli i gioielli. I capelli sono raccolti da una reticella della stessa fattura di quella che le copre le spalle. Al collo un giro di perle con pendente formato da un castone rotondo in oro con un perla a goccia e sul quale è innestata una grossa pietra quadrata, probabilmente un diamante; sempre al collo un altro filo di perle, questo però più lungo, che va ad arricchire il corpino dell’abito. Alla vita una cintura a catena d’oro con pietre inframmezzate, terminante con una nappa formata da numerosi fili di piccolissime perle.
Giovanni, che all’epoca del ritratto aveva 3 anni, indossa una casacca in seta azzurra dalla quale fuoriesce il colletto della camicia ricamato in oro.
Di Eleonora e Giovanni sono giunti fino a noi soltanto gli abiti funebri. Quello della Granduchessa era in seta gialla con il corpetto a punta e ampia gonna con strascico. L’unica cosa rimasta intatta è la balza che decorava lo scollo e il bordo della sottana. È ricamata in argento dorato sopra un velluto marrone scuro e rifinita da una sottile passamaneria in oro filato. Lungo tutto il decoro sono cucite grosse pietre preziose – rubini, zaffiri, topazi e smeraldi -  che ancora oggi testimoniano il lusso e i fasti della corte fiorentina.

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